Perché alcune persone decidono di intraprendere un’esperienza di volontariato?
Abbiamo voluto saperne di più e indagare i motivi che spingono i nostri volontari a venire tutti i giorni in Humanitas.
Il Gruppo Redazione -composto da volontari che collaborano alla promozione delle attività della Fondazione- ha deciso di rivolgere ai propri colleghi 5 semplici domande per approfondire le loro motivazioni al servizio che prestano in ospedale.
Ecco come hanno risposto alcuni di loro.
Perché hai scelto di fare volontariato?
Una prima risposta importante e abbastanza comune è il voler trovare nuovi modi per aiutare gli altri. C’è chi è impegnato come volontario anche in altre organizzazioni e ha voluto trovare un modo diverso per aiutare chi è in una situazione di difficoltà, come la malattia.
Un’altra risposta frequente è stata “la volontà di donare affetto agli altri” perché nella vita si ha avuto “troppo poco”e si vorrebbe non far mancare agli altri quello che è mancato a se stessi, o perché, al contrario, si è avuto molto e quindi si desidera far partecipi anche gli altri della propria “ricchezza”.
C’è poi chi ha scelto il volontariato perché è stato trascinato dall’euforia di altri amici volontari o chi ha pensato di impiegare il proprio tempo in modo utile per migliorarsi e crescere interiormente.
Altri volontari hanno vissuto in prima persona la malattia, altri ancora non la comprendono a fondo e, stando vicino a persone malate, imparano molto sulle reazioni alla sofferenza.
…e perché proprio in Humanitas?
Ci ha colpito in particolare la risposta di alcuni volontari che hanno visto nell’ospedale una struttura aperta e dinamica, un luogo dove imparare molto.
Altri, invece, avendo frequentato la struttura per motivi personali, hanno via via acquisito un senso di appartenenza che li ha portati a proporsi di partecipare, a fianco dei medici e del personale di Humanitas, alla presa in cura delle persone.
Pensi che il volontariato serva più a te stesso o agli altri?
La maggior parte delle persone intervistate ritiene che il volontariato sia utile in egual misura al volontario e alle persone assistite, in base ad un reciproco ritorno che non è evidentemente di tipo materiale, ma di grande valore umano perché il rapporto che si crea tra volontario e paziente, da cuore a cuore, dà uno scambio energetico benefico per entrambi.
Alcune persone intervistate pensano che il volontariato debba essere di aiuto esclusivamente a chi ne beneficia, altri ancora affermano che sicuramente quello che ricevono, l’amicizia, la gratitudine, l’esperienza di vita, supera comunque quello che sentono di dare.
Questa attività ti aiuta a riflettere sulla vita e su quello che hai?
La maggioranza degli intervistati afferma che l’esperienza in ospedale li fa riflettere moltissimo.
Alcuni volontari pensano che “più si dà, più si riceve” e che il volontariato rende più saggi e meno fragili; educa ad accontentarsi nella vita, permette di conoscere di più chi soffre e insegna a relazionarsi col mondo; rende ricchi dentro e soprattutto “dà la consapevolezza che ciò che si dona agli altri, in realtà, resterà proprio per sempre”.
Che cosa ti aspetti in futuro da questa esperienza?
La risposta più comune è stata il non aspettarsi niente di più di quello che si ha adesso.
Molti volontari sperano di continuare ad essere un valido strumento di sollievo e conforto, altri, ricordando la frase “noi siamo parte di un tutto che vive con noi e per noi. Non si può essere felici da soli”, ascoltata durante il corso di formazione e si aspettano semplicemente tanta amicizia.
Ci sono volontari che vorrebbero continuare a migliorarsi da un punto di vista di crescita interiore, così come è già avvenuto durante i loro anni di servizio.
Altri ancora sperano di influire positivamente nel miglioramento del servizio in ospedale, coinvolgendo amici, parenti e conoscenti e facendo crescere così il numero dei volontari!
E voi? Cosa aspettate? Le porte della Fondazione sono sempre aperte per i nuovi volontari!
Contattateci allo 02.8224.2305 per un colloquio conoscitivo!